LO STRAVEDAMENTO
Quando le Dolomiti abbracciano Venezia
Lo stravedamento
Con il termine "stravedamento", talvolta di origine chioggiotta, si descrive un fenomeno atmosferico di straordinaria limpidezza, dove l'orizzonte si distende in modo insolitamente chiaro e nitido. Quando i venti, come la Bora Chiara, spazzano via foschia, smog e nebbia dalla pianura, la visibilità si estende incredibilmente, passando in pochi istanti da pochi chilometri a decine, a volte persino centinaia. In queste condizioni magiche, il Monte Civetta sembra vegliare su Venezia, apparendo sopra il Palazzo Ducale pur essendo distante più di 100 chilometri.
Queste fotografie spesso sorprendono l'osservatore, che potrebbe scambiarle per fotomontaggi: è difficile, infatti, immaginare le Dolomiti così imponenti alle spalle della città lagunare. Tuttavia, non vi è alcun artificio. Grazie all'uso di teleobiettivi, i piani si comprimono, accorciando visivamente le distanze tra Venezia e le maestose montagne alle sue spalle.
Scattate durante un tardo pomeriggio invernale, queste immagini immortalano un momento raro, in cui la luce del crepuscolo si unisce a una limpidezza dell'aria quasi irreale. Normalmente, le ore mattutine sono le migliori per catturare la purezza di questi paesaggi, ma quel giorno l'orizzonte si è aperto in un tramonto mozzafiato, creando lo scenario ideale per lo stravedamento. Una visione unica, in cui la città di Venezia e le Alpi si fondono in un quadro naturale che sembra dipinto a mano.
Dal Lido di Venezia, come notò John Ruskin, pare di assistere a un'opera d'arte vivente. I caldi riflessi della città si specchiano contro le fredde cime innevate delle Alpi, dove la neve brilla persino al calare della notte. Dietro un velo di nuvole, le vette più maestose delle Dolomiti e delle Alpi si rivelano lentamente, una dopo l’altra.
A sinistra, svetta il Monte Agnèr (2872 m), una delle vette più imponenti delle Pale di San Martino. Accanto, il Piz di Mezzodì domina il Gruppo dei Feruc, appena visibile poco a sinistra del campanile di San Marco. Proseguendo verso destra si incontrano Cima Peralora e Cima del Bus del Diaol, seguite dalla Moiazza Sud e dall'imponente Monte Civetta, il protagonista assoluto dello stravedamento. Con la sua imponente piramide di roccia, il Civetta guida lo sguardo dal Palazzo Ducale fino alla sua vetta a 3220 metri.
Verso destra, il Col Menàdar e il Monte Cernera si stagliano silenziosi, finché l’occhio non giunge alla Tofana di Rozes, alta 3225 metri, e poi al gruppo del San Sebastiano e al caratteristico Monte Talvena, con il suo ampio balcone di neve. Dietro di esso si erge il maestoso Pelmo (3168 m), una delle vette più iconiche delle Dolomiti. A chiudere questo quadro, il Monte Schiara, il Sorapiss e l’Antelao, noto come il Re delle Dolomiti.
E mentre le montagne raccontano storie antiche, Venezia si presenta con la sua inconfondibile eleganza. A circa 4 chilometri dal Lido, ogni edificio della Serenissima emerge nitido e inconfondibile. Tra questi, il Palazzo Ducale e il campanile di San Marco dominano la scena, ma è nell’osservare l’insieme che si percepisce la grandiosità della città. Passeggiando tra le calli, molti di questi dettagli architettonici sfuggono all'occhio distratto, ma qui, dall’acqua, la città si svela in tutto il suo splendore.
Il campanile della chiesa dei Carmini si erge imponente, seguito dalla cupola di Santa Maria del Rosario e dai due campanili gemelli che ne segnano il profilo. La chiesa del Redentore, uno dei capolavori di Andrea Palladio, è facilmente riconoscibile, mentre sullo sfondo, il Monte Cesen emerge dietro la Basilica dei Frari, creando un contrasto armonioso tra città e natura. Il campanile pendente di Santo Stefano e la grandiosa Basilica di Santa Maria della Salute aggiungono ulteriore fascino a questo scenario, che appare come una finestra su un’altra epoca.
Il cuore di Venezia brilla al crepuscolo: dai Giardini Reali alla Biblioteca Nazionale Marciana, fino alla Torre dell’Orologio e alle Procuratie Vecchie. Sopra tutto, il Campanile di San Marco, “el parón de casa”, sorveglia la scena, con dietro di sé le maestose Dolomiti, il Monte Civetta in particolare, che sembra quasi abbracciare la città.
Infine, a destra, la chiesa di San Giorgio Maggiore si affaccia sul canale, con lo sfondo delle Dolomiti di Zoldo e del Tamer Grande, chiudendo questo spettacolo visivo unico al mondo. I ponti di Venezia, come il Ponte San Biasio delle Catene e il Ponte dei Sette Martiri, si stagliano nitidi, completando la composizione.
Venezia e le sue montagne sono unite in questo scatto, come lo sono da secoli nella storia. Le Alpi e le Prealpi, cruciali per il legno delle galee veneziane, e i confini della Serenissima che si estendevano fino alle Dolomiti, rendono queste terre intrinsecamente legate. Questo connubio di natura e civiltà è immortalato in un'immagine che cattura lo spirito di "The Land of Venice", una frase che la Regione Veneto usa per raccontare il legame profondo tra questi luoghi. E in questa fotografia, tale messaggio prende vita, portando lo spettatore in un viaggio visivo attraverso il tempo e lo spazio.
Nell’immagine qui sotto una veloce panoramica delle montagne e degli edifici presenti nelle fotografie.